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La Pietra, il Busto ed il naso

La Pietra fatale sulla quale si dice sia stato decapitato il martire, si trova nella chiesa dei padri cappuccini di Pozzuoli. Essa è data a vedere al pubblico nei giorni della festa del santo. Sono andato anch'io, per rendermene conto. In una cappella a destra di chi entra in chiesa, nascosta in fondo ad una buca praticata nel muro, a lato dell'altare, sta diritta una pietra, della grandezza di circa 25 cm. per 30. L'orificio della buca è chiusa da un vetro. Per vedere la pietra bisogna fare la fila, sorvegliata dalla forza pubblica. Uno sguardo, e poi, via. Dicono che su quella pietra ribolla il sangue, ma il pubblico non ha tempo per vedere e constatare. Forse si tratta di una di quelle pietre venate che trasudano. Il canonico dice che su quella pietra « rosseggiano più o meno poche strie di sangue, che si trovano o perché nella pietra si raccolse il sangue del martire, che su di essa fu decapitato, o perché più probabilmente, come si vede, Eusebia vi si asciugò le mani, dopo aver raccolto il sangue del confessore ». Affermazioni incerte, dubbiose e insostenibili. Sopra una pietra così piccola avvenne la decapitazione, quasi mancassero a Pozzuoli delle pietre adatte alla bisogna! Eusebia tanto devota sciupava quel sacro sangue sopra una pietra, quasi non avesse un panno da conservare poi.
Perché ella non portò a casa anche la pietra e non si procurò l'ascia con la quale i manigoldi avevano staccato il capo al santo vescovo? Chi custodì quella pietra da farla pervenire molti secoli dopo ai padri cappuccini? Capisco che sono domande imbarazzanti per un devoto di S. Gennaro, ma per una fede ragionevole, queste domande vanno fatte.

Ed ora parliamo del Busto del santo.
La sua storia è breve. Esso è di marmo e rappresenta la figura del martire. Viene venerato nella stessa chiesa. Dicono ché sia miracoloso, perché liberò la città di Pozzuoli da un morbo pestilenziale, in una maniera assai originale. La statua presenta una cicatrice sulla guancia destra. II santo per far cessare il morbo, se lo attrasse a sé. Una piaga purulenta colpì il suo viso; quando si cicatrizzò il morbo era cessato.
Ed ora è la volta del Naso.

Quel busto di marmo un bel mattino fu trovato dai monaci senza naso.
La leggenda racconta che, dopo vario tempo da questo fatto, un giovane puteolano pescava con una rete nel mar di Pozzuoli, e nel tirare su la rete, che sembrava pesante, al posto dei pesci trovò un naso di marmo. Meravigliato ed esultante corse al convento, dicendo a quei monaci che il naso miracolosamente era riuscito fuori. I bravi monaci si affaticarono per riappiccicarlo al viso della statua, senza per altro riuscirci con i mezzi conosciuti. Allora ricorsero ad un loro confratello ritenuto per un santo servitore di Dio. Questi si assunse egli l'incarico. Ripulì per bene il naso, l'accostò al viso della statua e con meraviglia di tutti, quasi attratto da una calamita, il naso si ricongiunse così fortemente al viso, che ancora oggi si può vederlo con i segni della congiuntura.
Non facciamo commenti a queste ulteriori tradizioni della fantasia popolare, alle quali neppure i preti prestano fede.