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Sono certo che Eliseo ascoltò, perché sapeva che il suo maestro aveva un grande discernimento. Credo tuttavia che il giovane ricordò prontamente la storia di un altro profeta. Dio aveva mandato a Bethel un certo uomo di cui non conosciamo il nome, per profetizzare contro l'idolatria di Geroboamo. Quest'uomo aveva gridato: "Geroboamo, il tuo vitello d'oro sta per essere abbattuto" ed immediatamente il vitello era caduto dall'altare, riducendosi in polvere. Quando Geroboamo vide questo, cercò di catturare il profeta, ma la sua mano fu immediatamente paralizzata.

Dio confermò il ministero di quell'anonimo profeta con altre opere soprannaturali. Tuttavia, più tardi, questo stesso santo profeta fu sedotto e rimase compromesso per mancanza di potenza spirituale.

Eliseo, osservando la situazione di Bethel, comprese che egli non era pronto ad affrontare gli spiriti malvagi che la abitavano. Comprese che Elia si era reso conto del bisogno che c'era, che lo Spirito Santo facesse in lui un'opera più grande e potente, prima che potesse affrontare il male che c'era in una città tanto malvagia. Così, egli disse al suo maestro: "Com'è vero che il Signore vive, e che tu vivi, io non ti lascerò". (II Re 2:6). Poi, dice la scrittura, "essi proseguirono il cammino assieme".