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DALLA LUCE ALLE TENEBRE



È possibile scadere dalla grazia e passare dalla luce alle tenebre. Sansone ne è un esempio anche se alla fine della sua vita, realizzò la misericordia del Signore: "Allora lei gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!" Egli, svegliatosi dal sonno, disse: "Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò". Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui. I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. Ed egli girava la macina nella prigione" (Giudici 16:20,21).
La stessa triste fine segnerà la vita di Saul: "Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul; e uno spirito cattivo, permesso dal Signore, lo turbava" (1Samuele 16:14).
Ovviamente in questi due casi non si può parlare di possessione. Tuttavia, a volte accade di peggio. Colui che, dopo aver accettato il Signore si allontana da Lui, guasta e inquina il tempio dello Spirito Santo, abbandonandosi ai piaceri dei sensi, dell'alcool, della droga e, in special modo, dai volontari contatti con pratiche paranormali e superstiziose, come la divinazione, la cartomanzia, l'astrologia, la negromanzia, la magia. Il suo cuore viene così "vuoto, spazzato e adorno": "Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi cercando riposo e non lo trova. Allora dice: "Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito"; e quando ci arriva, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali, entrati, vi prendono dimora; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima" (Matteo 12:43-45).
Il libro dei proverbi esprime la triste fine di colui che follemente decide di voltare le spalle al Signore: "Lo stolto che ricade nella sua follia, è come il cane che torna al suo vomito" (Proverbi 26:11).
L'apostolo Pietro, sottolineerà questa triste realtà: "Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima. Perché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato dato loro. É avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: "Il cane è tornato al suo vomito" e: "La scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango" (2Pietro 2:20-22).
Si potrebbero spiegare così casi in cui persone ritenute credenti manifestano in maniera conclamata la possessione, dopo che in qualche caso si sia perfino ritenuto che avesse fatto l'esperienza del battesimo nello Spirito Santo. Oppure la conclusione potrebbe esser un'altra: Il battesimo nello Spirito Santo non era stata un'esperienza genuina e quella persona aveva bisogno di essere sciolta da legami esistenti prima della sua conversione.
Qualcuno dirà: "É mai possibile, che vi possa essere tanto facilmente confusione tra una esperienza genuina ed una spuria?" Non dimentichiamo mai che il diavolo si traveste talvolta da angelo di luce: "Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce" (2Corinzi 11:14).


L'INCORAGGIAMENTO

Se viviamo in comunione con il Signore e facciamo la Sua volontà, il maligno non ci tocca: "Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca; ma colui che nacque da Dio lo protegge e il maligno non lo tocca" (1Giovanni 5:18).
La vittoria è nostra in Cristo: possiamo sconfiggere il "mondo, la "carne e il "maligno": "Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8:37-39).
Se Cristo per mezzo della fede dimora in noi, nessuna potenza potrà mai farci del male: "Voi siete da Dio, figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo" (1Giovanni 4:4).

 apMaria