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MANSUETUDINE

LETTERALMENTE: “assuefatto alla mano” e quindi che si lascia trattare dalla mano. Questo termine sembra nato per illustrare soprattutto il carattere dell’animale che si sottomette alla mano dell’uomo fino a farsi dominare e trattare duramente senza reagire.

La mansuetudine è perciò più della mitezza e non ha alcuna relazione con la viltà, la pusillanimità, la paura, nonostante qualche volta sembri imitarne alcune delle caratteristiche esteriori.

Essa è la virtù dei grandi, dei saggi, dei forti, dei nobili (Proverbi 16:32) e non implica sempre o necessariamente l’arrendimento o la debolezza.

Molti confondono questa virtù con l’umiltà, ma nonostante queste due realtà abbiano degli elementi in comune, la differenza è notevole. Inoltre, mentre la mansuetudine ha per sinonimi mitezza, dolcezza e, anche se un più lontano, gentilezza, i sinonimi di “umiltà” (da Humus: terra e quindi “essere vicino alla terra”, “in basso”) sono: modesto, basso…La prima è, quindi, l’opposto di collera, ira, cruccio; la seconda, di superbia, orgoglio, alterigia.