00 02/05/2011 20:14
Il credente offre soldi COL CUORE, non con la... calcolatrice!

Dio risponde non al dovere fatto (pagando la decima), ma al sentimento che c'è dietro piccoli gesti d'amore, veri segnali di una intensa e profonda spiritualità e veri FRUTTI maturi della fede.

Tali sono gli esempi di Tabita di Ioppe che "abbondava in buone opere e faceva molte elemosine." (Atti 9:36) di Cornelio, che faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo. (Atti 10:2-4). A quest'ultimo fu data addirittura la "ricevuta" da Dio: "E l'angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a Dio." (Atti 10:4)

Forse si dovrebbe predicare un po' più spesso su questo verso...

Anche l'apostolo Pietro dette "ricevuta" delle offerte di Cornelio, condite da un chilo e mezzo di preghiere: "...e disse: Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate nel cospetto di Dio." (Atti 10:31)

Interessante, a motivo dell'inutile ed ingiusto senso di colpa che prende certi legalisti della decima, ritrovare come l'apostolo Paolo, nella diatriba con i farisei, presenta la sua coscienza "pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini" (Atti 24:16) dopo essere salito a Gerusalemme per "portare elemosine alla mia nazione e a presentare offerte" (Atti 24:17). L'apostolo precisa al governatore Felice che i Giudei pur avendolo trovato "purificato nel tempio" (Atti 24:18) avevano comunque un giudizio di condanna nei suoi confronti: per i giudei, quel Paolo, che non pagava più decime, ma versava offerte ed elemosine, era "una peste, che eccita sedizioni fra tutti i Giudei del mondo" (Atti 24:5). Incredibile ma vero, chi giustifica Paolo è proprio il governatore Felice, ma subito ne viene detto il perché: egli " ben conosceva quel che concerneva questa Via" (Atti 24:22)

A questo punto sorge spontanea una domanda, per nulla retorica: i sostenitori della decima conoscono la Via?