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Come mai Paolo e Barnaba ebbero un’aspra contesa (Atti 15:39)?

Il motivo del contendere era la presenza o meno di Giovanni Marco (l’evangelista) come aiutante nell’opera di evangelizzazione. Marco, in un viaggio precedente, si era ritratto (Atti 13:13) e Paolo non aveva gradito l’atteggiamento forse troppo remissivo del giovane cugino di Barnaba (15:38; Col. 4:10), il quale invece riteneva che il giovane fosse maturato e, da incoraggiatore qual era, voleva offrirgli una nuova opportunità. Quindici anni dopo circa, anche Paolo si sarà ricreduto sulle effettive capacità di Marco (II Tim. 4:11).




Da questo episodio impariamo almeno tre cose importanti.

Il proverbio dei “due galli nel pollaio” è vero anche per i cristiani. Cioè, due autorità forti prima o poi vengono a collisione (v. ad es. anche l’episodio raccontato da Paolo sulla sua riprensione a Pietro – Gal. 2:11-12). Barnaba lo vediamo “prioritario” rispetto a Saulo per un po’ di tempo: è lui che “lo prende con sè” (Atti 9:27), poi lo va a cercare a Tarso (11:25) e compare per primo in 12:25 e 13:2,7. Saulo sembra accettare l’anzianità nella fede di Barnaba e assume il ruolo di comprimario. Con l’episodio del falso profeta Bar-Gesù avviene un cambiamento di nome (Saulo-Paolo) e di autorità, perchè d’ora in poi è Paolo il “più alto in grado” nel racconto di Luca (Atti 13:13 – i suoi compagni -, 16, 43, 46, 50 14:1 Paolo e Barnaba. E’ da notare che Paolo “teneva il discorso” (14:12). Barnaba sembra in questa fase accettare il ruolo di leader del suo “protetto”. In Atti 15 sembra tornata la parità 15:2, 12, 25, 35. I due ottengono una grande vittoria convincendo l’assemblea che la salvezza è per grazia ed estesa a tutti. E’ a questo punto che scoppia il dissenso. Nessuno dei due sembra più disposto a cedere il passo all’altro. Sono troppo convinti della giustezza delle loro posizioni. Le loro forti e autorevoli personalità invadono troppo lo spazio cresciuto dell’altro, e l’unica soluzione è separarsi.

Questo è valido anche ai nostri giorni! Il passare del tempo fa sviluppare ministeri nuovi nei giovani, mentre gli anziani cercano di conservare i loro spazi che hanno acquistato nel tempo con grandi sacrifici, e magari subiscono con un pizzico di gelosia l’avvento a volte “poco gentile” dei più giovani (Gli anziani non capiscono, i tempi sono cambiati ecc.). La saggezza da parte degli anziani sta nel farsi da parte, l’umiltà dei giovani è di aspettare il loro momento.

Il Signore a volte permette che questo avvenga per moltiplicare l’opera. Non possiamo sempre stare insieme su questa terra! Dobbiamo servire il Signore, raggiungere nuovi campi, senza sovrapporci al lavoro di altri operai (Rom. 15:20). L’obiettivo che Dio raggiunse con questa “divisione” fu il raddoppio dell’opera missionaria (Atti 15:39-41) e del numero dei missionari (nuovo ingresso quello di Sila o Silvano).

Il dissenso di un momento deve lasciar spazio all’amore duraturo e alla stima reciproca. Paolo, quindici anni dopo, parla con affetto di Marco (accoglietelo...molto utile...compagno d’opera):




Colossesi 4:10 Vi salutano Aristarco, il mio compagno di prigione, e Marco, il cugino di Barnaba (intorno al quale avete ricevuto degli ordini; se viene da voi, accoglietelo), e Gesù, detto Giusto, i quali sono della circoncisione;




2Timoteo 4:11 Prendi Marco e menalo teco; poich'egli mi è molto utile per il ministerio.




Filemone 24 Così fanno Marco, Aristarco, Dema, Luca, miei compagni d'opera.