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La data del documento è diversa: (AAS v. 58 / 15 giugno 1966 / n. 6). In un comunicato stampa della Congregazione per la dottrina della fede sul Bollettino Sala Stampa Santa Sede n° 447 del 29/11/1996 si legge: "Non è assolutamente valida l’interpretazione data da alcuni di una Decisione approvata da Paolo VI il 12 ottobre 1966 (si tratta di un “plenario conventu”) e promulgata il 15 novembre dello stesso anno, in virtù della quale potrebbero essere liberamente diffusi nella Chiesa scritti e messaggi provenienti da presunte rivelazioni. Detta decisione si riferiva in realtà all’Abolizione dell’Indice dei libri proibiti, e stabiliva che - tolte le censure relative - rimaneva tuttavia l’obbligo morale di non diffondere e leggere quegli scritti che mettono in pericolo la fede e i costumi. Si richiama che per la diffusione di testi di presunte rivelazioni private, rimane valida la norma del codice vigente (1983) can.823.”



Canone 823 §1: “Perché sia conservata l’integrità della verità della fede e dei costumi, i pastori della Chiesa hanno il dovere e il diritto di vigilare che non si arrechi danno alla fede e ai costumi dei fedeli con gli scritti o con l’uso degli strumenti di comunicazione sociale; parimenti di esigere che vengano sottoposti al proprio giudizio prima della pubblicazione gli scritti dei fedeli che toccano la fede o i costumi; e altresì di riprovare gli scritti che portino danno alla retta fede o ai buoni costumi”.