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Da questo momento i viaggi di Luigi Gaspari a S. Giovanni diventarono frequenti.

Il 6 giugno 1956 incontrò padre Pio in sagrestia. Padre Pio gli disse di ritornare subito a casa. Ritornato a casa, Luigi Gaspari vide che la madre era in fin di vita.

Dopo la morte della madre Luigi Gaspari ritornò a S. Giovanni.

Tra la fine del 1967 e l'inizio del 1968, per Natale, si confessò nuovamente da padre Pio. Luigi Gaspari riferisce, senza fornire il contesto generale del discorso, che padre Pio gli disse: “Nell'anno 1968 dovremo lavorare molto. Non abbiamo tempo da perdere”. Queste parole hanno l'ovvia interpretazione dei sani propositi di fine d'anno e di principio di anno nuovo, ma Luigi Gaspari non li coglierà in questo senso.

Agli inizi di aprile Luigi Gaspari cominciò ad udire una voce, che interpretò come ispirazione di padre Pio, probabilmente perché padre Pio, in visione, lo iniziò ad udire una voce che nello scritto che ne uscì sarebbe quella di Cristo.

Alla fine d'aprile fu pronto un manoscritto, e una copia dello stesso venne inviata a padre Pio. Luigi Gaspari non presenta tuttavia nessun segnale di approvazione da S. Giovanni Rotondo, e senza menzionare una visita effettiva a S. Giovanni dice che padre Pio definì il quaderno “Testamento promessa di grazia”. Padre Pio lo esortò a pubblicarlo al più presto e di “farlo giungere al santo Padre, alla gerarchia ecclesiastica e al mondo”. “Il papa capirà tutto”, aggiunse. Non essendoci nessuna visita a S. Giovanni Rotondo si deve concludere che padre Pio apparve in visione. Si deve anche notare che prima della pubblicazione era doveroso sottoporre lo scritto ad un Vescovo (quello del luogo di stampa) per l'imprimatur.