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pag. 27)

“Io difendo i vostri diritti su coloro che avete amato e tentano di sfuggirvi”.

L'unione nella carità presuppone la libertà, ma tale unione viene fatta diventare un diritto sugli altri che hanno aderito, un diritto da difendere.



(pag. 31)

“Ritorno al ricordo di chi non mi fu amico. Ora che ho l'amicizia sua, sento in me la certezza di ottenere le amicizie che voglio. Le otterrò certamente tutte; tutte quelle che vorrò per dividerle con lui (...). e' lui che guida ogni passo e non vorrà più che quelli che lui scelse per sé, scappino col pretesto di allontanarsi da me. Sarà un ritorno di tutti coloro che lui chiamò. Ora ci sarà l'appello e guai a chi non risponde”.

L'amicizia non è incontro di carità reciproca tra due persone libere, come deve essere, ma viene pensata come coartazione di una libertà di fronte ad un altra.



(pag. 37)

“Non permetterò a nessuno di giudicare quello che farai. Già è venuto il momento di parlare chiaro con autorità. E' necessario che io ti renda autorevole”.

Il soggetto si trova chiuso in un cerchio di massima difensiva. Nessuno potrà emettere giudizio alcuno. Il giudizio della Chiesa viene oscurato.