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vv. 33-39. Le meraviglie del Signore sono tanto più straordinarie, quanto più fa cose contrarie con contrarie: la terra santa traboccava di frutti e messi, ma Gerusalemme divenne incolta per la malizia dei suoi abitanti e tutto il popolo fu privato dei suoi beni, cessò di essere onorato dalle apparizioni di angeli e di profeti, perse il tempio, la sovranità, il sacerdozio e i suoi figli divennero schiavi. Al contrario, la Chiesa delle genti, prima deserta e sterile, divenne laghi d’acqua, sorgenti d’acqua, e fu abitata da quelli che prima avevano fame. Perduti com’erano, erranti in regione lontana, trovarono la riva che è la dottrina del Vangelo e costruirono la città dove abitare, cioè il modo divino di vivere (Origene).
v. 40. Il disprezzo sui potenti: cioè sui farisei e i dottori della legge che guidavano il popolo (Teodoreto).
I giudei hanno abbandonato la via alla quale sono stati chiamati. Dio non induce in errore ma lascia senza guida i disobbedienti (Origene).
vv. 41-42 .Il povero, qui, è il popolo dei pagani. Per mezzo della povertà di Cristo siamo diventati ricchi (cf. 2Cor 8,9).
Il povero è colui che attende tutto da Dio e bussa alla porta del Signore tenendo gli occhi a terra e battendosi il petto, nudo e tremante, perché lo si vesta (Agostino).
Questo povero è uno solo: sono tutti i fedeli del Signore (Cassiodoro).