Fino a qualche anno fa, l’educazione cristiana in Italia era la norma. Tutti i bambini imparavano le preghiere fin dalle scuole elementari, frequentavano la Messa e il catechismo, si formavano imparando a memoria i sacramenti e i comandamenti. Era un’Italia ben diversa da quella di oggi, molto meno laica e, forse, più conformista. Un’Italia in cui, però, i passi del Vangelo costituivano un elemento unitario, molto più di Dante o Manzoni. Un’unità garantita dalle vite dei santi e dalle parabole di Gesù.
Pezzi della nostra infanzia
Chi di noi ha una certa età, ricorda quindi ancora come un pezzo fondamentale della propria infanzia alcuni passi dei Vangeli. Passi che, non a caso, hanno dato origine a modi di dire, a proverbi o a luoghi comuni. Il guaio, soprattutto quando sono passati molti anni dalla nostra ultima apparizione in una chiesa, è però che queste parabole e questi passi li ricordiamo in maniera approssimativa. E che tendiamo a confondere gli uni con gli altri.
Che fine faceva il figliol prodigo? Cosa succedeva al granello di senape? E che significato aveva la storia delle dieci vergini? Dubbi che a volte ci arrivano in testa come un fulmine e a cui facciamo fatica a dare una risposta coerente. Oggi cerchiamo di darvi una mano, raccontandovi cinque celebri parabole di Gesù. Per ognuna cercheremo di decifrarne il significato evangelico e di illustrarne in parte anche la storia.